LA MIA INTERVISTA SU BCIT RADIO
/Stavo pensando di fare un post un po’ speciale per i miei due anni e due mesi da autore indipendente. Neanche a farlo apposta, l’occasione si è presentata da sola qualche giorno fa, quando Simon Armstrong (del programma canadese BCIT Radio Arts and Entertainment), mi ha proposto d’intervistarmi. È stata una chiacchierata davvero interessante, nella quale abbiamo parlato di Self-Publishing, del processo di stesura di un romanzo, di traduzione fai-da-te e della mia serie di fantascienza Onniologo (Omnilogos in inglese). Se volete sapere più in dettaglio di che cosa abbiamo parlato, continuate a leggere, e preparatevi ad una discussione in cui passione, sangue, ideali e vomito s'intrecciano con umorismo e voglia di fare la differenza.
Trovate di seguito la mia intervista in inglese con Simon Armstrong.
Un'Intervista che mi ha Fatto Pensare
Quando ho finito i miei quaranta minuti d’intervista con Simon, ho pensato subito che sarebbe potuto uscire un bel post su questa esperienza, qualcosa che facesse riflettere chiunque lo leggesse sull’importanza di ricordarsi qual è il motivo che ci ha spinti ad iniziare qualcosa che crediamo sia importante portare a termine.
Questa intervista è certamente speciale perché è capitata nell’anniversario dei miei due anni e due mesi come autore indipendente (e chi mi segue, sa che il 4 ha una certa rilevanza per il sottoscritto), ma ha anche il merito di avermi fatto riflettere su dove mi trovo in questo momento come self-publisher, e su quanta strada ancora rimanga da fare.
Quando la Frustrazione si Mischia alla Speranza
Mentre parlavo con Simon e dopo aver finito l’intervista, mi sono reso conto che, nonostante i due anni e due mesi passati, essere un autore indipendente è davvero qualcosa che mi da un’identità, una ragione per la quale sono disposto ad investire risorse e tempo. Questo può sembrare un commento superfluo, ma il solo fatto di scriverlo, nero su bianco, è una prova di una serietà e di un impegno che (ahimè) molto spesso do per scontato.
Nonostante le ore piccole, nonostante le frustrazioni derivanti da un processo che non è affatto intuitivo (produrre, pubblicare e pubblicizzare un libro in maniera professionale richiede tempo, volontà e un pizzico di follia) il mio cuore mi dice che sto facendo la cosa giusta, che sto seguendo la mia passione, che, insomma, sto vivendo la mia Storia.
L’intervista mi ha anche fatto riflettere su quante cose sono cambiate da quel lontano venerdì, primo novembre 2013, quando per la prima volta, da autore indipendente, portai il cursore del mouse sul pulsante ‘pubblica’. I libri venduti, gli innumerevoli feedback sotto forma di recensioni, le migliaia di visualizzazioni dei miei canali YouTube raccontano solo una parte di questa storia.
Mi sono anche reso conto che il viaggio è solo iniziato, e di quanto ancora rimanga da fare. Ho capito che non esiste un vero e proprio punto che possa essere chiamato ‘traguardo’ e che mi sono appena affacciato in un reame di cui conosco davvero poco, ma che ho tutta l’intenzione di continuare ad esplorare.
L’Importanza di un Perché
A conti fatti, le domande di Simon mi hanno fatto soffermare sul momento presente e sui prodotti e sulle idee che sono riuscito a forgiare fino ad ora. Invece del costante (e a volte estenuante) puntare dritto ad oltranza (aumentare la portata della mia piattaforma, scrivere una nuova storia, preoccuparmi del numero di recensioni dei miei libri o del numero di visualizzazioni dei miei video, ecc.), l’intervista mi ha costretto a fermarmi, a guardarmi indietro e a ripercorrere i miei passi.
Mi ha fatto capire quanto sia stato difficile e frustrante tradurre da solo, riga per riga, un libro di oltre 90.000 parole dall’italiano all’inglese, o per quale motivo abbia davvero scritto una sorta di mini biografia indirizzata ai miei amici indipendenti o, ancora, che cosa mi abbia spinto a dedicare mesi per progettare, costruire e infine pubblicare CrediNellaTuaStoria.com.
Le domande di Simon, insomma, mi hanno ricordato che cosa mi spinga ad andare avanti, e per quale motivo stia continuando questa ‘gara’, nonostante a volte sembri che stia retrocedendo mentre altri mi sorpassano a velocità luce.
Soprattutto, questa chiacchierata mi ha ricordato qualcosa che tendo a dimenticare troppo spesso: non esiste davvero una risposta giusta ad una domanda, soltanto quella serie di parole che noi crediamo essere le più adatte per descrivere quello che stiamo facendo, perché lo stiamo facendo e nel modo in cui lo stiamo facendo.
E questa consapevolezza è il carburante stesso della mia Storia.