PAUSA STRATEGICA. QUANDO BISOGNA SAPERSI FERMARE
/Qualche tempo fa ho deciso d’interrompere completamente le mie sedute di scrittura per prendermi una vacanza di una decina di giorni a Los Angeles. Può sembrare strano, ma per il sottoscritto questa ‘interruzione’ è stata niente meno che un salto nel buio. Da quando sono diventato un autore indipendente, infatti, non mi è mai capitato di mettere da parte la tastiera per dieci giorni consecutivi, e nonostante avessi paura che questo periodo di ‘inattività’ avrebbe potuto incidere negativamente sulla stesura del terzo libro della Serie dell’Onniologo, ho deciso comunque di mantenere questa mia risoluzione: dieci giorni senza scrivere una parola, e utilizzando il computer solo una volta a settimana per controllare la posta elettronica. Davvero difficile per qualcuno che scrive una media di 45-50 ore a settimana, e che controlla la sua posta elettronica almeno tre volte al giorno. Il risultato di questo mio esperimento? Assolutamente inaspettato.
Anatomia di un Lampo di Genio
Stavo nuotando in una bellissima piscina all’aperto l’ultimo giorno della mia vacanza a Los Angeles. Erano le otto di mattina, il sole aveva cominciato da poco la sua parabola ascendente e la piscina era completamente deserta. Stavo finendo la mia decima vasca di stile libero quando un pensiero mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno, costringendomi a fermarmi a metà bracciata.
Avete mai sperimentato la sensazione di avere un’idea che vi esplode dentro la testa? Non è facile da descrivere, ma è come se all’improvviso il vostro cervello si spegnesse per una frazione di secondo, per poi riaccendersi con un uragano impetuoso d’immagini e di parole che domandano la vostra attenzione. Nel mio caso, questi stimoli si sono rivelati essere la soluzione ad un pezzo di trama estremamente delicato del terzo libro della Serie dell’Onniologo. Nell’intervallo di tempo che uno impiega per schioccare le dita, avevo la risposta ad una domanda che mi trascinavo dietro da mesi.
E allora? direte voi. Hai avuto un lampo di genio, bisognava che ci scrivessi addirittura un post? Forse no, ma ho pensato che fosse interessante analizzare il processo che lo ha creato.
Era dal primo febbraio del 2016 che stavo sbattendo la testa contro il muro per collegare alcuni capitoli in modo sensato e BOOM!, nello spazio di una frazione di secondo, mentre stavo nuotando, senza pensare a niente in particolare, tutto si è fatto improvvisamente chiaro. Soluzione trovata. Problema risolto.
Avrei potuto accontentarmi del fatto compiuto, e continuare a nuotare, invece mi sono fermato, sono uscito dalla vasca e ho cominciato a pensare.
Mattone su Mattone
Questa esperienza mi ha costretto a riflettere su quello che mi è successo. Alla fine, sono giunto alla conclusione che il ‘lampo di genio’ non è stata affatto una bomba improvvisa, ma piuttosto il risultato di una collezione di momenti diversi, una serie di mattoni messi uno sopra l’altro senza che me ne rendessi neppure conto.
In effetti, durante questa vacanza un angolo della mia mente era sempre stato impegnato a risolvere quel rompicapo, ma in modo talmente discreto da risultare praticamente inesistente. Ci avevo pensato distrattamente mentre mi facevo largo nell’affollata Venice Beach, circondato da sabbia, venditori ambulanti e intrattenitore di strada, o quando mi sono fermato ad ammirare Los Angeles dal celeberrimo Griffith Observatory, o mentre assaporavo pollo di Karaage e Gyoza al Masa Ramen di Santa Clarita.
Niente più di una serie di pensieri all’angolo della mia consapevolezza, una scintilla che magari durava cinque secondi, per poi sparire come se non ci fosse mai stata. Tuttavia, quei brevi momenti sono riusciti a fare la magia. La mia mente non ha mai smesso di funzionare, e non potendo scrivere, ha continuato a costruire un pezzo d’informazioni dietro l’altra liberamente, fino a quando il puzzle è stato completato nel bel mezzo di una bracciata di stile libero.
È stato proprio nell’ultimo giorno della mia vacanza, mentre ero circondato da acqua e silenzio, che ho davvero scoperto l’importanza delle pause, e ho capito come questa ‘indulgenza’ possa trasformare una montagna da scalare in una piacevole passeggiata.
Innamorarsi Nuovamente della Scrittura
C’è dell’altro. Questi dieci giorni senza scrivere mi hanno fatto realizzare quanto, in effetti, mi piaccia scrivere. Può sembrare superfluo, perfino stupido, sottolineare una cosa del genere, specialmente se detto da un autore, ma anche noi possiamo dimenticare qualcosa di così ovvio quando trasformiamo una passione in un’obbligo.
Questa pausa strategica mi ha fatto ricordare per quale motivo mi sono innamorato della scrittura, e che cosa voglia dire veramente creare i miei mondi, e popolarli d’idee e di personaggi, una bracciata alla volta.